the art of FUFFA
avete mai sentito parlare di fuffa? Forse non direttamente come termine, ma sicuramente ne avrete sorbita a bizzeffe nell'arco della vostra esistenza.
Penso che la definizione più azzeccata nel definirla sia: aria fritta.
Diamo una parvenza di serietà a questo blog e citiamo da wikipedia la genesi del termine fuffa.
Origini del termine
L'origine del termine fuffa è da ricercarsi, secondo il dizionario De Mauro, nel sostantivo maschile fuffigno[1], di area toscana, che indica un «ingarbugliamento dei fili di una matassa o di un tessuto». Secondo il dizionario Battaglia invece la parola deriverebbe dalla voce onomatopeica (non attestata) foff (cosa leggera), «presente nei dialetti d’Italia e in diverse lingue romanze occidentali».
Uso corrente
Il termine è molto più usato nel nord Italia, soprattutto nel milanese, ma, grazie anche alla veicolazione del web, in particolare nell'ambito dei blog, si è espanso notevolmente ed è ora usato anche nel resto dello stivale. Si noti l'assonanza con il termine Inglese fluff (lanugine).
Le situazioni più comuni nel quale è usato, oltre quelle legate al significato proprio, si possono ricondurre essenzialmente a:
* Situazioni di accantonamento reiterato nel tempo. Per esempio una cantina nella quale si accumula materiale per anni, che in seguito si riconosce come parzialmente o totalmente inutile.
* Situazioni dialettiche . È il classico caso in cui un interlocutore bolla come inutili e in eccesso le dichiarazioni di un altro interlocutore, altrimenti configurabili come aria fritta.
Su segnalazione di "una persona" mi è capitato di leggere un articolo-marketta-spudorata su un quotidiano locale (che per decenza non citerò) quasi stomachevole dalla quantità di fuff contenuta.
Cruciale è la presenza del termine sinergia/e: quando lo trovate vuol dire che ci siete dentro. Alla fuffa intendo. :-)